SAVOIA? NO, GRAZIE

 

25 GIUGNO 1874: L'ASTA DELLA VERGOGNA!

MANIFESTAZIONE ANTI-SAVOIA A NAPOLI

CIVITELLA DEL TRONTO E LA MEMORIA STORICA DEL SUD




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Gioiosa Jonica, marzo 2003

SAVOIA? NO, GRAZIE

L’Associazione Culturale “Due Sicilie” di Gioiosa Jonica (RC), in questi giorni in cui i Savoia arrivano a Napoli, intende recuperare dall’oblio un episodio della nostra storia nel quale la dinastia sabauda ha avuto precise responsabilità.

25 GIUGNO 1874: L’ASTA DELLA VERGOGNA!
Vendita dello STABILIMENTO METALLURGICO di MONGIANA

In "ottemperanza" alla Legge 23 Giugno 1873 ed in sintonia con il programma di "liberazione" del Sud, il nuovo Regno d'Italia liberava i meridionali di uno dei complessi industriali più considerevoli esistenti nell'ex Regno delle Due Sicilie: lo STABILIMENTO METALLURGICO di MONGIANA (1.500 operai).
Venivano lasciate sul lastrico 1.500 famiglie di operai, fino a quel momento regolarmente salariati; si procedeva cinicamente e spudoratamente allo smantellamento del più grande complesso industriale siderurgico della penisola italiana, che il nuovo Stato, già nel 1862, includeva tra i beni demaniali da alienare.

Il complesso siderurgico calabrese di Mongiana, Stilo e Ferdinandea era, fino al 1860, il maggiore produttore di materia prima e semi-lavorati per l'industria metalmeccanica lavorando a pieno regime 13.000 cantaja di ghisa annue (1.167 tonnellate), senza alcun segnale di crisi. Nel 1862 la produzione viene più che dimezzata, insieme ai dipendenti dello stabilimento, posti in cassa integrazione e, quindi, licenziati. Contemporaneamente si registra un incremento degli stabilimenti dell'area ligure-piemontese (l'Ansaldo, che prima del 1860 contava soltanto 500 dipendenti, dopo questa data li raddoppia).

Il Regno d’Italia dei Savoia cancellò l’industria meridionale ed utilizzò le risorse del Sud per finanziare lo sviluppo economico del Nord.

Gli operai calabresi di Mongiana chiedevano di continuare a lavorare nei loro paesi: furono costretti ad emigrare (o a diventare "briganti").
Fabbriche, officine, forni di fusione, boschi, segherie, terreni, miniere, alloggi e caserme: tutto il complesso mongianese diventò la "casa di campagna" di Achille Fazzari, ex garibaldino, che l'aveva "acquistato" all'asta per poco più di cinquecentomilalire!
Nessuno più ha memoria di questa vicenda. Mongiana è oggi un piccolo paese, tra i più spopolati e poveri della Calabria.
I calabresi e tutti i meridionali costretti ad emigrare attendono ancora di veder riconosciuta e restituita dignità al proprio passato!



15 MARZO 2003: L'ASSOCIAZIONE DUE SICILIE A NAPOLI
ALLA MANIFESTAZIONE DI DISSENSO PER L'ARRIVO DEI SAVOIA

 








Gioiosa Jonica, aprile 2003

CIVITELLA DEL TRONTO
E LA MEMORIA STORICA DEL SUD


La Fortezza di Civitella del Tronto e l'omonimo paese sottostante, situati nell'Abruzzo teramano, costituirono per secoli il confine settentrionale del Regno delle Due Sicilie.
Il 17 marzo 1861 veniva proclamato il Regno d'Italia, ma Civitella del Tronto ancora resisteva all'esercito piemontese. Cadeva di lì a poco, il 20 marzo 1861 dopo oltre sei mesi di assedio.

All'interno della Fortezza si trovava un vecchio cannone del 1610. Si trattava di una Colubrina di quattro metri di lunghezza e di ottima fattura. Subito dopo la caduta di Civitella, i militari piemontesi trafugarono la Colubrina e la trasportarono a Torino, dove divenne uno dei pezzi forti del Museo Nazionale d'artiglieria.

Lo scorso anno, dopo un defatigante iter burocratico, la Colubrina è tornata nella Fortezza di Civitella dove è ospitata nel museo storico, meta di migliaia di visitatori ogni anno. Il Museo Nazionale d'artiglieria di Torino, chiuso al pubblico dal 1992, ha però concesso la Colubrina per un solo anno e ne pretende ora la restituzione: in pratica si chiede agli Abruzzesi di rendere ciò che era già loro e che a loro è stato sottratto quale bottino di guerra nel 1861!

Questo antico cannone è divenuto l'emblema della rivendicazione di una memoria storica del Sud, per troppo tempo negata.

Ecco perché diverse associazioni culturali, studiosi e semplici cittadini hanno rivolto un appello al Presidente della Repubblica ed ai Parlamentari, affinché la Colubrina del 1610 rimanga definitivamente a Civitella del Tronto.
Ci associamo all'appello e ci auguriamo che raggiunga il suo scopo.

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LO SCOPO, PURTROPPO, NON E' STATO RAGGIUNTO:

LA COLUBRINA E' TORNATA A TORINO NEL NOVEMBRE 2003.





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